Testo di Andrea Milioni
I tre criminali che nello scorso 2 marzo, durante una rapina in villa, nella zona di Perugia, a Resina precisamente, avevano ucciso il banchiere Luca Rosi, sono finalmente finiti in galera. Il posto che gli spetta, e diciamo pure che gli va anche di lusso, vivendo in Europa, dove la pena di morte non è in vigore. Nei giorni scorsi, al confine con la Slovenia, erano stati arrestati Iulian Ghirghita e Aurel Rosu, due dei componenti della banda. Con un grande lavoro di squadra, c’è da sottolinearlo, i Carabinieri del Reparto crimini violenti del Ros, insieme a quelli del comando provinciale di Perugia, sono riusciti ad arrestare anche il terzo ed ultimo componente. Dorel Gheorghita, questo il nome del criminale, 23 anni, è stato arrestato in Romania, a casa della suocera, dove la polizia romena, da giorni lo teneva d’occhio, dopo aver intercettato le sue telefonate con uno dei due arrestati in Italia. Purtroppo, una magra consolazione per la famiglia del banchiere che allevia leggermente la loro sofferenza. Ed è da sottolineare come ancora una volta, siano cittadini dei paesi dell’est ad essere protagonisti di queste vicende di cronaca nera. La ferocia con la quale si accaniscono sulle vittime, siano esse donne, uomini e perfino bambini, perché ricordiamo, che nella vicenda di Perugia, era presente il nipotino di 8 anni della vittima, e che probabilmente rimarrà scioccato a vita, è tipica di queste persone, perché vogliamo pensare che un italiano non si abbasserebbe mai a tanto. E’ pur vero che la giustizia che non funziona a dovere li incentiva anche come potrebbe incentivare un italiano. Quello che c’è da mettersi in testa, è che bisogna fare prevenzione per evitare certi fatti. Per prevenzione si intende fermarli in partenza, impedire che sbarchino clandestinamente nel nostro Paese. Queste idee non devono far pensare ad una mentalità retrograda e nemmeno ad un giudizio negativo della gente, che potrebbe accusare di razzismo. Bisognerebbe che chi si permette di giudicare in questa maniera, possa vivere esperienze simili, ma naturalmente non lo auguriamo a nessuno. Adesso, un problema che potrebbe sorgere, ed è un aspetto negativo che viviamo da sempre qui in Italia, è il tempo che la giustizia debba affrontare per incriminare in via definitiva questi tre delinquenti col passaporto. Perché il pensiero maligno che ci attanaglia, è che alla fine non scontino la pena reale che debba spettargli, oppure vuoi che alla fine vengano liberati tra un paio d’anni per decorrenza dei termini del processo. E come al solito si parla di doppia morte per le vittime. Impedire che queste persone entrino liberamente nelle nostre case, significa dare più libertà ai cittadini che hanno diritto di difendere la propria casa, i propri beni, e soprattutto la propria famiglia. Impedire che attraversino i mari italiani ed accasarsi negli angoli remoti del nostro Paese, è la prima via da seguire, senza falso moralismo di chi è disposto ad accettarli solo perché sono in cerca di un lavoro onesto. Ma siccome la situazione nostrana non può far fronte a tutto questo, altrimenti non saremmo in crisi economica, non dobbiamo dare false speranze a queste persone, che una volta qui, non esiteranno a rapinare, uccidere, spacciare ed istituire la prostituzione portando anche donne dei loro stessi paesi. L’appello è BASTA! BASTA! BASTA! Basta con l’immigrazione, ripuliamo l’Italia e ridiamola agli italiani.